bdsm
Il collare

13.01.2025 |
32 |
1
"Mi chinai, leccando e succhiando il suo sesso, mentre lei gemeva di piacere..."
La chiamata era arrivata nel pomeriggio: "Amber ho organizzato una serata di giochi di ruolo con alcuni amici... ti aspetto".La sera del gioco di ruolo era arrivata, e io come sempre mi recai all'appartamento. Mentre mi preparavo, il mio cuore batteva forte. Sapevo che Maria aveva organizzato qualcosa di speciale, ma non avevo idea di cosa mi aspettasse. Indossai il mio completo da segretaria, una gonna aderente e una camicetta di seta, con le mani legate dietro la schiena come mi aveva ordinato Maria. Il trucco era leggero, ma accentuava i miei lineamenti, rendendomi una visione seducente.
Maria mi bendò e mi disse di non preoccuparmi. Uscimmo di casa una macchina ci aspettava nella via. Arrivammo alla location, una lussuosa villa in periferia, e rimasi senza fiato. La villa era illuminata da candele e luci soffuse, creando un'atmosfera intima e sensuale. Maria mi introdusse con un sorriso enigmatico, i suoi occhi scintillanti di eccitazione.
"Benvenuta, Amber" sussurrò, accarezzandomi il viso. "Questa sera sarà indimenticabile".
Mi condusse in un salone, dove altri partecipanti erano già riuniti. C'erano uomini e donne, tutti vestiti in modo elegante e provocante, alcuni con maschere che nascondevano le loro identità. Il mio cuore accelerò quando realizzai che ero l'unica schiava presente, e che tutti gli altri erano padroni.
Maria mi presentò ai presenti, spiegando il mio ruolo. "Amber è la mia schiava personale, e questa sera è qui per soddisfare i vostri desideri più nascosti. Non abbiate inibizioni, lasciatevi trasportare dai vostri istinti".
Un brivido mi percorse la schiena mentre sentivo le sue parole. Sapevo che Maria mi aveva preparato a questo, ma l'idea di essere al centro dell'attenzione di così tanti padroni mi eccitava e spaventava allo stesso tempo.
La serata iniziò con un gioco di ruolo, dove ognuno interpretava un personaggio diverso. Mi ritrovai a servire drink, a soddisfare le richieste dei padroni, e a volte, a subire le loro punizioni. Una padrona, con un frustino in mano, mi ordinò di inginocchiarmi davanti a lei. Obbedii, sentendo il mio cuore martellare nel petto.
"Leccami gli stivali, schiava" mi ordinò con una voce sensuale.
Mi chinai, leccando delicatamente le sue calzature di pelle, mentre lei sorrideva, divertita dal mio imbarazzo. Il sapore del cuoio mi eccitava, e sentivo il mio pene intrappolato nelle calze cominciare a reagire.
"Brava, Amber," sussurrò. "Ma non è abbastanza. Voglio sentirti gemere di piacere".
Con un gesto rapido, mi sbottonò la camicetta, esponendo il mio seno trattenuto da un reggiseno di pizzo. Le sue dita abili trovarono il mio capezzolo, pizzicandolo delicatamente. Un gemito di sorpresa e piacere sfuggì dalle mie labbra.
"Meglio" disse, soddisfatta. "Ora, continua a leccare".
Mi chinai di nuovo, concentrandomi sul compito, mentre le sue carezze continuavano a stimolare il mio corpo. La stanza era un turbinio di sensazioni, con gemiti e risate che riempivano l'aria.
In un angolo, notai Maria che osservava, il suo sguardo pieno di orgoglio e desiderio. Era la mia padrona, colei che mi aveva introdotto in questo mondo, e volevo farla sentire fiera di me.
La serata proseguì con giochi sempre più intensi. Fui legata ad una sedia, mentre una coppia mi circondava, toccandomi e sussurrandomi parole sporche all'orecchio. Le mie mani erano legate, ma il mio corpo reagiva a ogni stimolo, ogni tocco, ogni parola.
"Ti piace essere il centro dell'attenzione, vero, schiava?" mi chiese un uomo, mentre mi accarezzava il collo.
Annuii, incapace di parlare, mentre il piacere mi travolgeva.
Poi, Maria si avvicinò, i suoi occhi brillanti di eccitazione. "Amber, hai soddisfatto tutti i desideri stasera. È tempo di un premio speciale".
Mi liberò dalle corde, guidandomi in una stanza privata. Lì, mi fece inginocchiare e mi consegnò un collare unico: un plug anale con un brillante fucsia al centro.
"Questo è il simbolo della tua appartenenza a me" spiegò Maria, accarezzandomi il viso. "Ogni volta che ci incontreremo, lo indosserai. È il tuo segno di sottomissione"
Tremavo mentre mi aiutava a inserire il plug, la sensazione di pienezza era intensa, ma piacevole. Il brillante fucsia brillava, un promemoria costante del mio ruolo.
"Ora, Amber, voglio che tu mi mostri quanto sei grata" sussurrò Maria, accarezzando il mio pene attraverso le calze.
Mi chinai, leccando e succhiando il suo sesso, mentre lei gemeva di piacere. La mia lingua esplorava ogni piega, ogni centimetro, mentre il plug anale mi ricordava costantemente la mia sottomissione.
"Sei una schiava meravigliosa" gemette Maria, mentre raggiungeva l'orgasmo. "E questo è solo l'inizio".
Quella notte, dopo che gli altri partecipanti se ne furono andati, Maria mi portò nella sua camera da letto. Mi sdraiai sul letto, il mio corpo ancora vibrante dalle esperienze della serata.
"Amber, voglio che tu sappia che questo è solo l'inizio del nostro viaggio" disse Maria, accarezzandomi i capelli. "Ci saranno altre serate come questa, e ogni volta esploreremo nuovi confini del piacere e della sottomissione."
Le sue parole mi eccitarono e spaventarono allo stesso tempo. Sapevo che Maria mi avrebbe spinto oltre i miei limiti, mi avrebbe fatto scoprire lati di me stesso che non avrei mai immaginato.
"E il collare?" chiesi, toccando il brillante fucsia.
"Il collare è il tuo legame con me" rispose Maria. "Ogni volta che lo indosserai, ti ricorderà che sei mia, che il tuo corpo e la tua mente mi appartengono".
Mi chinai, baciando il suo collo, assaporando il sapore della sua pelle. "Sono tua, Maria," sussurrai. "Farò tutto ciò che desideri".
Maria sorrise, una luce maliziosa nei suoi occhi. "Allora, Amber, preparati per la prossima avventura. Il mondo del BDSM è vasto e pieno di sorprese".
Nei giorni seguenti, continuai a indossare il collare, sentendo il peso della mia sottomissione. Ogni volta che Maria mi chiamava, mi presentavo, pronto a soddisfare i suoi desideri. Il plug anale era diventato una parte di me, un costante promemoria del mio ruolo.
Una sera, Maria mi portò in un club esclusivo, un luogo dove i desideri più oscuri potevano essere realizzati. Mi vestì con un abito di latex, aderente e provocante, che metteva in risalto le mie curve. Il collare brillava al mio collo, attirando gli sguardi degli altri avventori.
"Questa sera, Amber, esploreremo i tuoi limiti" mi sussurrò Maria all'orecchio, mentre entravamo nel club. "Lasciati andare e scopri il piacere della sottomissione totale".
Il club era un vortice di sensazioni. Luci stroboscopiche, musica pulsante, e corpi che si muovevano in un'orgia di piacere. Mi sentii esposto, vulnerabile, ma allo stesso tempo, eccitato oltre ogni immaginazione.
Maria mi guidò attraverso la folla, fermandosi di fronte a una gabbia. "Entra, Amber," mi ordinò. "Questa è la tua prigione per la notte".
Obbedii, entrando nella gabbia, mentre gli sguardi curiosi degli altri si posavano su di me. Maria chiuse la porta, assicurandosi che fossi intrappolato.
"Adesso, Amber, sei a disposizione di chiunque voglia giocare con te" disse, accarezzandomi il viso attraverso le sbarre. "Lasciati andare, e scopri il piacere che può provenire da sconosciuti".
La gabbia si riempì di persone, mani che mi toccavano, voci che sussurravano parole sporche. Mi sentii sopraffatto, ma allo stesso tempo, eccitato dalla perdita di controllo. Un uomo mi baciò, le sue labbra morbide sulle mie, mentre una donna mi accarezzava il seno.
"Ti piace, vero, schiava?" mi chiese una voce maschile, mentre le sue dita esploravano il mio corpo.
Annuii, incapace di parlare, mentre il piacere mi travolgeva. Mani esperte mi spogliarono, lasciando il mio corpo esposto. Il plug anale brillava, attirando l'attenzione di tutti.
"Oh, ma guarda qui" disse una donna, accarezzando il plug. "Qualcuno ha un bel giocattolino".
Mi sentii imbarazzato, ma allo stesso tempo, eccitato dall'attenzione. Il club era un luogo dove ogni desiderio poteva essere espresso, dove i limiti venivano spinti oltre.
La notte proseguì in un turbinio di piacere e sottomissione. Fui legato, frustato, e fatto godere da sconosciuti, mentre Maria osservava, soddisfatta. Il collare brillava, un promemoria costante del mio ruolo.
All'alba, mentre il club si svuotava, Maria venne a liberarmi dalla gabbia. Mi sentivo stanco, ma soddisfatto, il mio corpo ancora vibrante dalle esperienze della notte.
"Amber, hai superato ogni aspettativa" mi disse Maria, accarezzandomi il viso. "Hai scoperto il piacere della sottomissione totale, e questo è solo l'inizio".
Mi chinai, baciando le sue labbra, assaporando il sapore del nostro legame. "Grazie, Maria" sussurrai. "Mi hai mostrato un mondo di cui non conoscevo l'esistenza".
Maria sorrise, i suoi occhi brillanti di eccitazione. "Il nostro viaggio è appena iniziato, Amber. Ci sono ancora tante avventure da vivere, tanti desideri da soddisfare".
Mentre lasciavamo il club, sentii il collare dentro di me, un promemoria costante della mia appartenenza a Maria. Sapevo che la mia vita era cambiata per sempre, e non vedevo l'ora di esplorare ulteriormente il mondo oscuro e affascinante del BDSM, guidato dalla mia padrona.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Il collare:
